La mia casella in questi giorni è intasata di posta: il server mi chiede di “liberare spazio” perché sto “esaurendo lo spazio di archiviazione”, dice. Ma come mai? È presto detto: sono una giornalista freelance, la mia posta è intasata anche dalle missive del Salone del Mobile eppure entro nel loro sito e scopro che la mia categoria è misconosciuta. Il mio indirizzo mail è -leggo- “non accettato” così come -leggo sempre più basita“yahoo, hotmail o altri provider. L’indirizzo mail deve indicare chiaramente l’ufficio editoriale della rivista o l’editore. Non saranno accettate lettere pdf o stampate.” Comunque tornando alla mia casella di posta gmail loro non accettata ma usata per inviarmi comunicati stampa, è intasata perché altre aziende come la loro pensano di rivolgersi ad una professionista -che per altro lavora da vent’anni e passa- di cui però loro stessi NON RICONOSCONO la professione. È un bel paradosso, e una grande ingiustizia. Ma comunque un grande demerito. Alla conferenza stampa si è parlato di Milano che è grande in una Italia -ahinoi- molto piccola. Ecco fa molto, moltissimo dispiacere constatare che proprio in una fiera di portata internazionale in questo specifico punto dei freelance, laddove le fiere europee incentivano il lavoro dei freelance (si dà il caso che la crisi dell’editoria non permetta certo nuove assunzioni), Milano decada a provincia piccola piccola e con lei il prestigioso Salone del Mobile.
Anche Laura Traldi scrive su questo: