Ci piace riassaporare –ripensando a questo Salone del Mobile 2012, il “Salone della crisi”, il Salone degli stand più piccoli e dei corridoi più grandi, del fuorisalone  carico di eventi sempre più insignificanti– la sensazione purificatrice, illuminante e pacificante della stanza bianca da Dilmos dove una linea sul muro prende forma e tridimensionalità e “con gentilezza” accoglie una candela. E’ Ron Gilad la scoperta 2012. Poesia ma anche concretezza, e meraviglia per gli occhi, per la mente, per lo spirito.

Quel candeliere appiccicato alla parete con la “x” di scotch nero  che diventa decoro, funzione, addirittura meccanismo, è la genialità e la poesia delle cose semplici che riconciliano con tutto.

Quasi una profezia, questi oggetti ci fanno riflettere su tutta la questione.

Crisi della finanza e del capitalismo, energie rinnovabili, sostenibilità, crescita, decrescita, stili di vita. Le parole che vengono usate ormai sono diventate parte anche del nostro sguardo e ci appaiono, a volte in soccorso altre minacciose, anche mentre andiamo in giro ad osservare questo nostro fiore all’occhiello che è l’evento del Salone (e che nelle stanze bianche di Dilmos si illuminano e si fanno oggetti).  Grazie Ron, che sei nato a TelAviv e che vivi a NY e che adesso lavori per prestigiose aziende italiane. Portaci questa capacità di unire in una sintesi benefica l’uso, l’armonia, il pensiero, la riflessione, l’ironia e una risposta a questo fiume di domande sul senso di un progetto.

Altre risposte sono nelle ricerche e nei progetti pieni di energia delle Scuole di Design europee, nei prototipi dei giovani talenti “scovati” da Rossana Orlandi, nelle proposte e nei modi (sono importanti, i modi!) di una frizzante ed euforica azienda come la Lago, nell’attenzione artigianale ma innovativa nei prodotti di Moroso, nella fiammella a led del grande Ingo Maurer e anche nella freschezza della ormai multinazionale Ikea che declina un solo prodotto in mille possibilità e rivisita prodotti storici con materiali sostenibili, nella ricerca di manualità e artigianalità unita strettamente alla tecnologia digitale che si vede bene in molti dei prodotti presentati.

Per il resto è un po’noia, tanta stanchezza e molta fatica.

Lilli Bacci aprile 2012